Non vi spaventi il parolone, non è una parolaccia. Nè mi riferisco a qll domande che si fa fatica a farle, perchè mettono in imbarazzo sia chi le fa, che chi le riceve.La domanda fàtica, e qll in cui tutti, ne sono certa, ci siamo imbattuti. L’abbiamo ricevuta, e “ricambiato il favore”. Insomma qll serie di domande “di cortesia” banali, poichè la risposta è implicita nella domanda stessa. Tipo: “Sei già tornato?” ( se sono qui, mi sa che sono tornato, o non sono mai uscito!) “Oh non mi dire! anche tu qui?” ( No, non te lo dico, mi vedi!) “Pronto sei in casa?” (no, ma ti sta rispondendo il portiere che ha sentito suonare ed è arrivato di corsa!)Qst sono domande fàtiche “Di routinne”. Di solito, ti sono poste per intavolare una conversaz. o rompere il ghiaccio. Ci sono poi qll più complesse, le domande fàtiche …”Skiatt ‘ncuorp” cioè qll: “Ti faccio qst domanda, ma tu devi risp si(no) ” Insomma, non solo banali, ma anche ipocrite. Es: Sei alle prese con la cucina da riordinare, il bucato da ritirare, i bambini che litigano per un niente, il sugo che bolle e implora ” Pietà! non lasciarmi bruciacchiare!” il cane che ti tira tra i piedi il suo giocattolo preferito perchè per lui è ora di divertirsi un pò. Suona il telefono ed al terzo squillo, la domanda, urlata dall’altra stanza, senza fare il minimo passo verso l’apparecchio:
Senti il telefono? Vuoi che risp io?…. Che domanda è “Vuoi che risp io? Alzati e risp no?! Oppure:
Dici: devo andare dal dentista, mi accompagni? No, lo sai, non sopportro neppure di sentirli nominare. Ti rassegni e fai qll che stavi facendo, finche dai un’occhiata all’h e ti accorgi che sei in enorme ritardo. Ti affretti, raccogli alla meno peggio tutto qll che ti occore, afferri il cellulare, la borsa, le chiavi di casa, sei già con un piede sull’uscio e arriva la domanda:
“…Sei in ritardo? vuoi che ti accompagni?” Certo che sono in ritardo, ma se non sopporti i dentisti, che domanda del … bip è? Sta per piovere, chiedi- sapendo già la risp, ma nella vita, tutto è possibile, quindi chiedi- mi dai uno strappo? Tenendo gli occhi fissi sulla tv, il capo si muove lentamente da ds verso sn per un paio di volte al massimo. Afferri l’ombrello ed esci. Ti è andata bene, il cielo è coperto ma di tanto in tanto,il sole fa capolino, allora pensi che forse avresti potuto evitarti il peso dell’ombrello. Pazienza ormai è fatta. Ad un tratto, qlc gocciolina, che diventa un gocciolone e poi giù il diluvio. L’acqua arriva da tutti i lati, finanche nelle scarpe, ti ripari alla meno peggio sotto una pergola, e che l’ombrello non sia più un peso, non ti consola. Guardi la strada, chiedendoti da dove viene giù tutta qst’acqua, stai analizzando dove poggiare i piedi che oramai sono due barchette alla deriva, e ti arriva un sms:
Dove sei? vuoi che vengo? Cosa risp? Sono nel pieno del diluvuio, ma non ti preoccupare, ho nella borsa la mia “Arca-di-Noè” gonfiabile!! C’era tutta la buona volontà di risp al messaggio, la domanda lampeggiava sul display del cell, e mentre rileggevo sotto la pioggia fitta, (dove sei?)sei comparso, (Vuoi che vengo?) col tuo lento movimento del capo da ds a sn e viceversa. E’ vero, certe domande hanno già la risp insita…
Comunque, nel caso specifico, se la domanda fosse stata formulata in qst modo: “Dove sei? ho preso la macchina, passo a prenderti” Avrei potuto credere che c’era VERAMENTE l’intenzione di “passare a prendermi”, ed alla seguente domanda, qnd oramai ero già sotto casa: “Mi dai un segno di vita?” ti evitavo la battuta di c…. come l’hai definita tu. 
Vabbbbbbhè, chiudiamo in bellezza qst serata, e per augurarvi buona domenica, lascio qui un dolce, per la mia amica zzzzz,……glielo avevo promesso 😉 
Vabbbbbbhè, chiudiamo in bellezza qst serata, e per augurarvi buona domenica, lascio qui un dolce, per la mia amica zzzzz,……glielo avevo promesso 😉 